2013

Articoli 2013

Santo Natale 2013

O Gesù,
che ti sei fatto Bambino
per venire a cercare
e chiamare per nome
ciascuno di noi,
tu che vieni ogni giorno
e che vieni a noi in questa notte,
donaci di aprirti il nostro cuore.

Noi vogliamo consegnarti la nostra vita,
il racconto della nostra storia personale,
perché tu lo illumini,
perché tu ci scopra
il senso ultimo di ogni sofferenza,
dolore, pianto, oscurità.

Fa’ che la luce della tua notte
illumini e riscaldi i nostri cuori,
donaci di contemplarti con Maria e Giuseppe,
dona pace alle nostre case,
alle nostre famiglie,
alla nostra società!

Fa’ che essa ti accolga
e gioisca di te e del tuo amore.

(Carlo Maria Martini)

In cammino verso la luce

 

Sabato 23 Novembre – ore 21.00
Santuario S. Maria – Busto Arsizio

Concerto del coro polifonico
L’ESTRO ARMONICO

in ricordo di
Margherita Pavesi Mazzoni

 

Scicli e Lampedusa

L’Associazione Abbandonerai Aderirai esprime orrore davanti a stragi come quelle consumatesi da ultimo sulle spiagge di Scicli e di Lampedusa.

Si unisce alle preghiere per i tanti morti e sollecita tutti, nei luoghi di lavoro o di scuola dove si opera, a lavorare per costruire un mondo solidale che non tolleri più ecatombe come queste.

Certo si devono muovere gli Stati e l’Europa ma questi si muoveranno se noi uomini e donne cambiamo mentalità e consideriamo ogni persona che incontriamo nostro fratello e sorella non con ingenuo buonismo ma con intelligente carità.

 

 

8° Laboratorio genitori/educatori di adolescenti

Dalle passioni tristi alla cura delle relazioni
un cammino eco-logico

8° laboratorio
per genitori/educatori di adolescenti
con Rosella De Leonibus – Carmelo Di Fazio
Sabato 12 Ottobre 2013
Consultorio per la Famiglia – Onlus
Via A. Pozzi, 7 – Busto A.

Scarica il Volantino – ISCRIZIONI: invia e-mail a adolescenti@abbandoneraiaderirai.it

“L’esistenza, per la sua stessa natura, non è mai isolata; esiste solo nella comunicazione e nella consapevolezza dell’esistenza degli altri.”

Hanna Arendt

 

Il clima di insicurezza, precarietà e senso di impotenza, che pervade la vita quotidiana in molti contesti, rischia di allontanare le persone dal valore delle relazioni e di far slittare l’accento verso la performance, la competizione esasperata, la spinta a cavarsela nel modo più facile, la mercificazione dell’altro. Idee-chiave come condivisione, solidarietà, accoglienza, equilibrio, responsabilità, fiducia, limite, creatività, sembrano allontanarsi sempre più dagli orizzonti educativi, sia nelle famiglie che negli altri ambienti dove i ragazzi e le ragazze crescono e sperimentano la vita.

Occorre uscire dalla ego-logica e riorientare le relazioni su un versante eco-logico, dove l’Altro (essere umano, comunità o ambiente) esiste e mi interpella. Possiamo rimettere in primo piano lo sguardo e l’ascolto, la storia vissuta, il contatto empatico, la costruzione di legami comunitari, perché gli altri sono diversi e simili, specchio e limite, occasione per crescere e far circolare scambio e dono. La cura delle relazioni apre orizzonti eco-logici, riumanizza la vita, ci restituisce la gioia, ci rende responsabili per tutti i nostri simili, e per il creato che ci ospita.

Gli adolescenti ci guardano, e si costruiscono un’idea del mondo e del futuro a partire dalla nostra esperienza di adulti. Noi, dal nostro punto di vista adulto, che sguardo abbiamo sulla qualità delle nostre vite e sulla qualità delle relazioni interpersonali? Quali trappole e abitudini acquisite possiamo oltrepassare e quali risorse possiamo attivare per elaborare, insieme ai ragazzi, nuovi modi di essere nel mondo?

 

“Tutti hanno il potere di fare almeno qualcosa contro gli orrori del mondo. E, se tutti lo fanno, possono avere un certo peso.”

Agnes Heller

Ci interrogheremo insieme su queste grandi questioni. Ci metteremo in gioco direttamente, con la nostra storia, i nostri vissuti, e le nostre esperienze. Risveglieremo sensibilità assopite, costruiremo insieme azioni e percorsi, e soprattutto apriremo la via per una comunicazione viva e appassionata con gli adolescenti su questi temi.

Programma dell’incontro
ore 9,00      – accoglienza e benvenuto
ore 9,15      – siamo giardinieri o cacciatori? da una metafora di z. baumann, breve introduzione teorica, esperienza di gruppo, elaborazione.
ore 11,00     – pausa caffè
ore 11,20     – la scoperta di non bastare a se stessi: responsabilità e cura; breve introduzione teorica, esperienza di gruppo, elaborazione.
ore 13,00     – pausa pranzo
ore 14,00     – tu sei, dunque io sono! far fronte insieme: intersoggettività e mutualità; breve introduzione teorica, esperienza di gruppo, elaborazione.
ore 15,40     – pausa caffè
ore 16,00     – l’intelligenza dei bordi, la negative capability e altri strumenti per uno slancio creativo eco-logico; breve introduzione teorica, esperienza di gruppo, elaborazione
ore 17,20        – sentimentalismi o autentica empatia? amare e condividere il mondo; un lavoro di gruppo per integrare le parole-chiave del percorso svolto
ore 18,00        – saluti e congedo

Il lavoro della giornata, oltre a spunti di riflessione teorica, prevede esperienze attive guidate da svolgere in piccoli gruppi, condivisione in plenaria, role playing e azioni di drammatizzazione, esperienze di espressione creativa. Ognuno avrà la possibilità, nei limiti della sua sensibilità personale, di mettersi in gioco insieme agli altri per un seminario veramente “vissuto”.
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Iscrizioni : Inviate un messaggio a adolescenti@abbandoneraiaderirai.it
oppure telefonando a Consultorio per la Famiglia 0331 – 628300
Verrà data conferma dell’iscrizione – Costo € 10 a persona.

 

 

Profeti per il nostro tempo 2013

A 50 anni dal Concilio
PROFETI PER IL NOSTRO TEMPO

Don Michele Do

Testimonianza e dialogo con
Padre Giancarlo Bruni

 Sabato 28 Settembre 2013 – ore 15,30
Nuovo Centro parrocchiale S. Maria Regina
Via Favana, 30 – Busto A.
Ingresso libero

Scarica il volantino

Michele Do

“Ubi caritas et vera, Deus ibi est!”
Non è per me un dato di fede, ma un dato di esperienza.
L’amicizia, se vera, è il sacramento di tutti i sacramenti.
Senza di essa, ogni realtà, anche la più sacra, è vana.

Nato a Canale il 13 aprile 1918, don Michele Do compì gli studi prima nel Seminario di Alba e poi presso l’Università Gregoriana di Roma dove conseguì la licenza in teologia. Prese parte attiva alle vicende della resistenza partigiana e nel 1945, dopo una breve esperienza di insegnamento in Seminario, chiese di potersi ritirare in qualche posto solitario per poter riflettere e ripensare alla sua visione del cristianesimo, stimolato in questo anche dall’incontro con Mazzolari.

Trovata disponibile la rettoria di Saint Jacques di Champoluc in Valle d’Aosta, allora un villaggio sperduto, senza strada, con un centinaio di abitanti, vi rimase a lungo rettore fino a quando, nella vecchiaia, si ritirò nella Casa Favre, sopra il villaggio, una pensione-fraternità, luogo di amicizia e spiritualità aperta.

Il suo maggiore riferimento, nella linea del modernismo più spirituale – il cuore umano come primo luogo della sete religiosa e dell’evangelo universale – fu don Primo Mazzolari, insieme a tanti altri spiriti ardenti della chiesa e di ogni focolare religioso. I suoi maggiori amici e fratelli di cammino furono David Maria Turoldo, Umberto Vivarelli, padre Acchiappati, Ernesto Balducci, sorella Maria di Campello e, tramite lei, Ernesto Buonaiuti, padre Rogers e sua moglie (anglicani), don Girolamo Giacomini e tanti, tanti altri, non solo credenti, ma tutti assetati e commensali di verità e autenticità vissuta.

Uomo autentico, prete cristiano, testimone dell’umana sete di Dio, don Michele Do è morto sabato 12 novembre 2005 ad Aosta.

 

 

FAMIGLIE PER LA PACE

A tutte le famiglie

Carissimi,
l’invito di Papa Francesco a una giornata di preghiera e di digiuno per la pace in Siria e in tutte le nazioni toccate dal dramma della guerra chiede di essere accolto con grande serietà e impegno da tutti noi.

Le immagini che hanno fatto il giro del mondo e le continue tragiche notizie interpellano il nostro cuore, la nostra intelligenza, la nostra fede. Per questo motivo vi invito ad accogliere la proposta del Papa e a vivere anche a casa vostra un gesto di digiuno e preghiera.

Cari genitori, non abbiate paura di proporre ai vostri figli un pranzo austero e minimo; sarà l’occasione per spiegare loro cosa sta accadendo nel mondo e come questi fatti terribili non possono lasciarci indifferenti. Insieme alla durezza della cronaca non dimenticate di comunicare la speranza della pace offerta da Gesù risorto che ha riconciliato il mondo non con gesti violenti e vendicativi ma con il dono di sé.

Non dimenticate di invitare i nonni e gli anziani a questo pranzo fatto di poco cibo e molte parole; se qualcuno di loro ha sperimentato momenti di guerra, racconti cosa significa vivere sotto le bombe e nell’incertezza del domaniAggiungi un nuovo appuntamento per domani e quale era il senso del loro pregare in quei giorni.

E voi ragazzi e giovani, non lamentatevi se sabato non ci saranno grandi piatti sul tavolo, ma ringraziate i vostri genitori per quello che vi stanno proponendo anzi, esigete da loro spiegazioni e motivi per cui vale la pena continuare ad abitare questa terra segnata troppo spesso da lutti e violenza.

Insieme, a tavola, pregate! Per le famiglie della Siria, per i bambini che muoiono ogni giorno per l’odio e la fame, per i governanti chiamati a trovare soluzioni di pace e non violente.
La recita di un salmo, la lettura di una pagina evangelica, una decina di Rosario, alcune libere preghiere espresse ad alta voce, un semplice canto; ogni famiglia scelga il modo che più conosce per intercedere, ovvero per mettersi in mezzo tra il mistero del male che segna la nostra storia e il Dio della pace che la sana e la salva.

Grazie!
Vincenzo Paglia  – Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia
Città del Vaticano, 4 settembre 2013

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Nella nostra Diocesi l’arcivescovo il Card. Angelo Scola
guiderà la preghiera per la pace in Siria – Basilica S. Ambrogio – Sabato 7 Settembre ore 21

 

II° Laboratorio invernale per coppie

Vi invitano al
II° Laboratorio invernale per coppie,
operatori pastorali, operatori sociali.

Busto A. – Oratorio San Filippo Neri

Quando la coppia diventa ecologica:
la coppia custode del creato.

 

Garantiscono la loro partecipazione : Rosella De Leonibus, psicoterapeuta; Padre Giancarlo Bruni, biblista; Carmelo Di Fazio, neuropsichiatra; Marco Noli, sociologo

Iscrizioni informazioni : segreteria@abbandoneraiaderirai.it   Quota iscrizione: € 40,00

Il laboratorio si svolgerà a Busto A. – Oratorio San Filippo, Via don Davide Albertario – Domenica 9 febbraio 2014  – ore 9-17.
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…quel legame fragile…

Quando la coppia diventa ecologica:
la coppia custode del creato

“Io credo che il compito dell’uomo non sia quello di dominare la natura, ma precisamente quello di coltivare: coltivare se stesso così come coltivare la natura, proprio perché non sono separabili.”

  1. Panikkar

In alternativa al modello del consumo, possiamo percepire che siamo ambiente l’uno per l’altra, e che insieme ogni giorno costruiamo questo ambiente comune che è la relazione di coppia.

Stiamo entrando in una logica diversa, quella che sottende la vita, quella che rappresenta l’assunto fondante delle scienze ecologiche: ogni essere vivente esiste soltanto nella profonda interconnessione e reciproca interdipendenza di ogni elemento dell’ecosistema rispetto a tutti gli altri elementi. Se applichiamo questo approccio alle relazioni umane, e la relazione di coppia è una delle più intime, se teniamo conto della legge della vita, per cui ogni organismo vive del, e nel, movimento ricorsivo tra auto- ed etero-organizzazione, dobbiamo guardare diversamente il nostro spazio come coppia. Ci accorgeremo subito che non c’è modo di leggere nulla delle nostre psicologie individuali se non dentro il movimento reciproco di adattamento tra me e te, e tra me e te insieme nel nostro contesto di vita.

Se pensiamo la coppia ecologicamente, l’altro possiamo riconoscerlo come soggetto che limita e nello stesso tempo definisce la mia soggettività, come ogni confine definisce la figura. Io posso pensarmi come persona perché tu esisti, perché vivi qui, proprio sul mio confine di contatto, perché sei il mio orizzonte, ed entrambi co-costruiamo ogni giorno questo ambiente-coppia, nel quale respiriamo il quotidiano e progettiamo il futuro. Pensare ad una ecologia della relazione di coppia ci permette di uscire subito dal dilemma tra affermazione di me e affermazione dell’altro, ci fa saltare subito fuori dalla trappola del gioco a somma zero, per cui il mio benessere si porrebbe in antitesi secca al tuo. L’ottica ecologica supera il dilemma tra egoismo ed altruismo nella relazione di coppia, perché pone il problema su un livello diverso. Dalla visuale ecologica possiamo vedere meglio come il mio benessere non è pensabile senza il tuo, e come tu ed io insieme assorbiamo e costruiamo ogni istante il nostro rapporto col mondo. Non possiamo prescindere da questo altro livello di reciprocità per il nostro benessere come coppia.

 

Come muoverci istante per istante su questa area, come questa attenzione ecologica ci può guidare nella quotidianità? Serve valorizzare anche nella relazione di coppia alcune intelligenze specifiche, intelligenze ecologiche. Nel laboratorio tenteremo di valorizzare queste intelligenze. Vedremo che sono ovvie, naturali, forse semplicemente qualche volta le abbiamo dimenticate. Sono l’una legata all’altra, formano una rete solida e flessibile, una trama che ci sostiene.

Così facendo la “coppia ecologica” sarà capace di custodire il creato: l’abbraccio ecologico che permette alla coppia di superare la relazione predatoria e energivora è quello che permette anche di vivere il creato come buono e bello e la terra come un giardino continuamente da nutrire, abitare e coltivare.

 

Cantico delle creature

« Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature…

Francesco di Assisi

Evocazioni

Le ricerche psicologiche sulla relazione di attaccamento hanno ormai ampiamente dimostrato che l’amore adulto è una evoluzione dell’amore che abbiamo ricevuto dalle figure genitoriali. Ogni processo di attaccamento ha alla base da un lato il bisogno di essere protetti, e dall’altro la propensione a prendersi cura dell’altro. E’ interessante andare a stringere l’obiettivo su questo percorso evolutivo, che ci permette di imparare a prenderci amorevolmente cura del partner, come qualcun altro, tanti anni fa, si è preso amorevolmente cura di noi. Se il legame di coppia è innanzitutto un legame fondato sulla reciprocità, dove l’uno rispetto all’altro ci si pone come fonte di sicurezza, dove siamo “adulto competente” l’uno per l’altro, e se le crisi più pesanti della vita di coppia si producono proprio quando questa alternanza non riesce a realizzarsi, allora ha senso andare a cogliere quali attenzioni, quali forme di intelligenza ci permettono di costruire e nutrire quello spazio, quel respiro di vita, che fa del nostro legame la fonte di sicurezza più importante dell’età adulta, quella base che ci permette di slanciarci là fuori, nel vasto nel mondo, nutriti dalla forza del legame.

Per cogliere questa possibilità scegliamo un punto di osservazione che focalizza il modo della relazione, la circolazione di affetti e azioni, l’angolatura che si produce nello spazio tra me e te.

Ci sono situazioni in cui lo spazio della relazione è uno spazio predatorio, energivoro, dove l’uno si nutre letteralmente della vitalità e dell’amore dell’altro. Le richieste sono pressanti, in questo quadro, chiedono una disponibilità totale ed unilaterale, e rischiano ben presto di esaurire la fonte da cui proviene l’accudimento tanto desiderato. All’altro estremo, lo spazio del rapporto è marcato, al contrario, dal sacrificio, da una sorta di automutilazione psicologica ed esistenziale, che produce inevitabilmente le scorie tossiche del risentimento e del rancore, fino al ricatto emotivo, fino a generare la percezione di un credito, enorme ed inesigibile, nei confronti dell’altro. Quanto dominio e potere si celi sottotraccia dentro questa formula, lo lasciamo intuire. Tra questi estremi, la relazione predatoria ed energivora, e la relazione sacrificata ed automutilante, c’è una possibilità molto ampia da esplorare.

Possiamo uscire dal paradigma del consumo dell’altro, entrare in un abbraccio ecologico, che ci liberi da quella ferrea prigione sotterranea del rapporto per cui io ci sono per te, ma solo a patto che tu ci sia per me nel modo in cui io ti voglio, solo a patto che tu soddisfi esattamente i miei bisogni, altrimenti cambio fornitore.

Santa Pasqua 2013

Crocifisso di San Damiano.
San Francesco, nell’autunno del 1205, mentre sostava in preghiera nella chiesetta di san Damiano
guardando il Crocifisso udì queste parole decisive per la sua vita:
Francesco và, ripara la mia chiesa che, come vedi, è tutta in rovina!” (FF 1038).
Il Crocifisso, era sopra l’altare. Ora si trova nella Basilica di santa Chiara ad Assisi.

 

 

Accompagnare l’amore

Due pomeriggi di formazione/aggiornamento. (13 Apr – 4 Mag)

L’invito è rivolto a tutte le coppie e ai sacerdoti che seguono i percorsi di preparazione al matrimonio da tanto tempo, ma anche alle coppie che si accingono o, che da poco tempo, seguono i percorsi.

Le coppie iscritte ai percorsi sono cambiate, prevalentemente conviventi, con un vissuto di coppia/famiglia ormai consolidato, pertanto, l’iniziativa nasce da un bisogno di rinnovamento e dalla necessità di sapersi rimettere in gioco come coppia animatrice in un contesto sociale in continua evoluzione.
La nostra proposta si articola in due incontri:
1- un approfondimento sulla nostra fede riflettendo su come riusciamo a trasmettere la bellezza del matrimonio cristiano fino alle note organizzative di un’équipe.
2- incontro/laboratorio su nuovi modi di accogliere ed interagire con le coppie che si preparano al matrimonio costruendo una relazione che vada oltre il percorso stesso usando anche nuovi linguaggi.

Il pomeriggio avrà un programma molto semplice:
ore 14,30 presentazione del relatore
ore 15,15 relazione sul tema
ore 16,00 break
ore 16,15 laboratorio in gruppi
ore 17,00 confronto assembleare
ore 18 00 S. Messa

La partecipazione è gratuita. Per i bambini abbiamo approntato un servizio di baby sitting così che tutti possiate partecipare.

Per motivi organizzativi vi chiediamo gentilmente di inviare la vostra adesione all’indirizzo di posta elettronica: dec.bollatecpf@libero.it entro il 10 APRILE 2013 specificando il vostro cognome, nome, parrocchia di provenienza e l’età dei bambini.

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Vescovo di Roma Santo Padre Francesco

IL PRIMO SALUTO DEL PAPA

«Preghiamo l’uno per l’altro
Cominciamo un cammino di amore»

Questo il discorso integrale di papa Francesco ai fedeli raccolti in piazza San Pietro.”Fratelli e sorelle buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave è di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui… Vi ringrazio dell’accoglienza, alla comunità diocesana di Roma, al suo Vescovo, grazie. E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perchè il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”.
Quindi ha recitato il Padre nostro, l’Ave Maria e il Gloria.
E adesso incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le chiese. Un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro, preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi incominciamo – mi aiuterà il mio cardinale vicario qui presente – sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa sempre bella città… Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo io vi chiedo che voi pregate il Signore perchè mi benedica: la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me.
Adesso darò la benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e donne di buona volontà”, ha proseguito, impartendo la benedizione in latino e concedendo l’indulgenza plenaria. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto, ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo.

da www.Avvenire.it

 

 

Le dimissioni del Santo Padre

 

 

L’ultima udienza di Benedetto XVI

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Roma – Mercoledi 27 Febbraio 2013.

Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato! Distinte Autorità! Cari fratelli e sorelle!
Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa mia ultima Udienza generale.
Grazie di cuore! Sono veramente commosso! E vedo la Chiesa viva! E penso che dobbiamo anche dire un grazie al Creatore per il tempo bello che ci dona adesso ancora nell’inverno. Come l’apostolo Paolo nel testo biblico che abbiamo ascoltato, anch’io sento nel mio cuore di dover soprattutto ringraziare Dio, che guida e fa crescere la Chiesa, che semina la sua Parola e così alimenta la fede nel suo Popolo. In questo momento il mio animo si allarga ed abbraccia tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le «notizie» che in questi anni del ministero petrino ho potuto ricevere circa la fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola realmente nel Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo.

Sento di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio, dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Tutto e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore: perché abbiamo piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, e perché possiamo comportarci in maniera degna di Lui, del suo amore, portando frutto in ogni opera buona (cfr Col 1,9-10).

In questo momento, c’è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la Parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica e rinnova, porta frutto, dovunque la comunità dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia.

Quando, il 19 aprile di quasi otto anni fa, ho accettato di assumere il ministero petrino, ho avuto la ferma certezza che mi ha sempre accompagnato: questa certezza della vita della Chiesa dalla Parola di Dio. In quel momento, come ho già espresso più volte, le parole che sono risuonate nel mio cuore sono state: Signore, perché mi chiedi questo e che cosa mi chiedi? E’ un peso grande quello che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai, anche con tutte le mie debolezze. E otto anni dopo posso dire che il Signore mi ha guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua presenza. E’ stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come san Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa, e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare. Ed è per questo che oggi il mio cuore è colmo di ringraziamento a Dio perché non ha fatto mai mancare a tutta la Chiesa e anche a me la sua consolazione, la sua luce, il suo amore.

Siamo nell’Anno della fede, che ho voluto per rafforzare proprio la nostra fede in Dio in un contesto che sembra metterlo sempre più in secondo piano. Vorrei invitare tutti a rinnovare la ferma fiducia nel Signore, ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno, anche nella fatica. Vorrei che ognuno si sentisse amato da quel Dio che ha donato il suo Figlio per noi e che ci ha mostrato il suo amore senza confini. Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano. In una bella preghiera da recitarsi quotidianamente al mattino si dice: «Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano…». Sì, siamo contenti per il dono della fede; è il bene più prezioso, che nessuno ci può togliere! Ringraziamo il Signore di questo ogni giorno, con la preghiera e con una vita cristiana coerente. Dio ci ama, ma attende che anche noi lo amiamo!

Ma non è solamente Dio che voglio ringraziare in questo momento. Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è la sua prima responsabilità. Io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine. Anzitutto voi, cari Fratelli Cardinali: la vostra saggezza, i vostri consigli, la vostra amicizia sono stati per me preziosi; i miei Collaboratori, ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni; la Segreteria di Stato e l’intera Curia Romana, come pure tutti coloro che, nei vari settori, prestano il loro servizio alla Santa Sede: sono tanti volti che non emergono, rimangono nell’ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile. Un pensiero speciale alla Chiesa di Roma, la mia Diocesi! Non posso dimenticare i Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, le persone consacrate e l’intero Popolo di Dio: nelle visite pastorali, negli incontri, nelle udienze, nei viaggi, ho sempre percepito grande attenzione e profondo affetto; ma anch’io ho voluto bene a tutti e a ciascuno, senza distinzioni, con quella carità pastorale che è il cuore di ogni Pastore, soprattutto del Vescovo di Roma, del Successore dell’Apostolo Pietro. Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella preghiera, con il cuore di padre.

Vorrei che il mio saluto e il mio ringraziamento giungesse poi a tutti: il cuore di un Papa si allarga al mondo intero. E vorrei esprimere la mia gratitudine al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, che rende presente la grande famiglia delle Nazioni. Qui penso anche a tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione e che ringrazio per il loro importante servizio.

A questo punto vorrei ringraziare di vero cuore anche tutte le numerose persone in tutto il mondo, che nelle ultime settimane mi hanno inviato segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera. Sì, il Papa non è mai solo, ora lo sperimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore. Il Papa appartiene a tutti e tantissime persone si sentono molto vicine a lui. E’ vero che ricevo lettere dai grandi del mondo – dai Capi di Stato, dai Capi religiosi, dai rappresentanti del mondo della cultura eccetera. Ma ricevo anche moltissime lettere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto, che nasce dall’essere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa. Queste persone non mi scrivono come si scrive ad esempio ad un principe o ad un grande che non si conosce. Mi scrivono come fratelli e sorelle o come figli e figlie, con il senso di un legame familiare molto affettuoso. Qui si può toccare con mano che cosa sia Chiesa – non un’organizzazione, un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore, è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino. Ma vediamo come la Chiesa è viva oggi!

In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi.

Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata. Ho potuto sperimentare, e lo sperimento precisamente ora, che uno riceve la vita proprio quando la dona. Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della vostra comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e tutti appartengono a lui.

Il “sempre” è anche un “per sempre” – non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio.

Ringrazio tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i Cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell’Apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito.

Invochiamo la materna intercessione della Vergine Maria Madre di Dio e della Chiesa perché accompagni ciascuno di noi e l’intera comunità ecclesiale; a Lei ci affidiamo, con profonda fiducia.

Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!

Saluti:

Je vous salue cordialement chers pèlerins de langue française, en particulier les personnes venant de France, de Belgique et des pays francophones qui ont voulu m’accompagner en étant présentes ici ou par la radio et la télévision. Je vous demande de vous souvenir de moi devant Dieu et de prier pour les Cardinaux appelés à élire un nouveau Successeur de l’Apôtre Pierre. Priez aussi pour que le Seigneur l’accompagne de la lumière et de la force de son Esprit ! Que Dieu vous bénisse ! Merci.

I offer a warm and affectionate greeting to the English-speaking pilgrims and visitors who have joined me for this, my last General Audience. Like Saint Paul, whose words we heard earlier, my heart is filled with thanksgiving to God who ever watches over his Church and her growth in faith and love, and I embrace all of you with joy and gratitude.

Ein herzliches »Vergelt’s Gott« sage ich allen Brüdern und Schwestern deutscher Sprache – euch, liebe Freunde, die ihr zu dieser letzten Generalaudienz meines Pontifikats gekommen seid, und allen zu Hause. Und ich danke der Traunsteiner Blaskapelle, daß sie uns die Bayernhymne so schön gespielt hat. Der Herr trägt die Kirche immer, er leitet sie auch in schwierigen Zeiten. Diese Sicht dürfen wir nie verlieren. Wir dürfen stets gewiß sein, der Herr ist uns nahe und umfängt uns mit seiner Liebe. Im Gebet bleiben wir, liebe Freunde, einander nahe, und im Gebet ist der Herr uns nahe. So grüße ich euch alle von ganzem Herzen. Der Herr segne euch und die Kirche in unseren Landen.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España y de los países latinoamericanos, que hoy han querido acompañarme. Os suplico que os acordéis de mí en vuestra oración y que sigáis pidiendo por los Señores Cardenales, llamados a la delicada tarea de elegir a un nuevo Sucesor en la Cátedra del apóstol Pedro. Imploremos todos la amorosa protección de la Santísima Virgen María, Madre de la Iglesia. Muchas gracias. Que Dios os bendiga.

Amados peregrinos de língua portuguesa, agradeço-vos o respeito e a compreensão com que acolhestes a minha decisão. Continuarei a acompanhar o caminho da Igreja, na oração e na reflexão, com a mesma dedicação ao Senhor e à sua Esposa que vivi até agora e quero viver sempre. Peço que vos recordeis de mim diante de Deus e sobretudo que rezeis pelos Cardeais chamados a escolher o novo Sucessor do Apóstolo Pedro. Confio-vos ao Senhor, e a todos concedo a Bênção Apostólica.

Saluto in lingua araba:

البَابَا يُصْلِي مِنْ أَجَلِ جَمِيعِ النَّاطِقينَ بِاللُّغَةِ العَرَبِيَّةِ. لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ.

Traduzione italiana:

Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.

Saluto in lingua polacca:

Witam serdecznie wszystkich Polaków. Ostatnia audiencja generalna jest okazją, by podziękować Bogu za nasze wspólne spotkania. Dziękuję za waszą obecność tu w Rzymie w minionych latach, za wspólną modlitwę, za wszelkie dowody bliskości, sympatii i pamięci. Dziękuję Bogu za pielgrzymkę do Polski na początku mojego pontyfikatu i serdeczne przyjęcie jakiego doznałem. Mając wielkiego orędownika przed Bogiem, błogosławionego Jana Pawła II, „trwajcie mocni w wierze!” (por. 1 Kor 16, 13). Proszę was nadal o modlitwę w mojej intencji i w intencjach Kościoła. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

Traduzione italiana:

Saluto cordialmente tutti i Polacchi. L’ultima l’udienza generale è l’occasione per esprimere gratitudine a Dio per questi momenti di incontro. Vi ringrazio per la vostra costante presenza qui a Roma negli anni trascorsi, per ogni espressione di vicinanza, di simpatia e di ricordo. Rendo grazie a Dio per il mio pellegrinaggio in Polonia all’inizio del mio pontificato e per la calorosa accoglienza che ho sperimentato in quella occasione. Avendo un grande intercessore presso Dio, il Beato Giovanni Paolo II, “state saldi nella fede!” (cfr. 1 Cor 16, 13). Vi chiedo di continuare a pregare per me e per la Chiesa. Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto in lingua croata:

Srdačno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike! Dragi prijatelji, hvala na vašoj ljubavi i blizini. Pod zaštitom Majke Marije, ostanimo povezani u molitvi i vjeri u Krista Uskrslog. Rado blagoslivljam vas i vaše obitelji. Hvaljen Isus i Marija!

Traduzione italiana:

Cordialmente saluto tutti i pellegrini croati! Cari amici, vi ringrazio per il vostro affetto e la vicinanza. Sotto la protezione della Madre celeste, rimaniamo uniti nella preghiera e nella fede in Cristo Risorto. Volentieri benedico tutti voi e le vostre famiglie. Siano lodati Gesù e Maria!

Saluto in lingua ceca:

S láskou zdravím poutníky z České republiky. Děkuji vám za vaši přítomnost a zvu vás, abyste ve světě věrně svědčili o radostné zvěsti spásy. Rád žehnám vám a vašim rodinám. Chvála Kristu!

Traduzione italiana:

Saluto con affetto i pellegrini provenienti dalla Repubblica Ceca e, nel ringraziarli per la loro presenza li invito ad essere nel mondo testimoni fedeli della Buona Novella della salvezza. Volentieri benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua slovacca:

S láskou vítam pútnikov zo Slovenskej republiky. Bratia a sestry, ďakujem vám za modlitby a pozornosť, ktorými ste sprevádzali moju službu Nástupcu svätého Petra a zo srdca žehnám vás i vaše rodiny vo vlasti. Pochválený buď Ježiš Kristus!

Traduzione italiana:

Con affetto do un benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Repubblica Slovacca. Fratelli e sorelle, vi ringrazio per le preghiere e per l’attenzione con le quali avete accompagnato il mio servizio di Successore di San Pietro e cordialmente benedico voi e le vostre famiglie in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua rumena:

Lăudat să fie Isus Cristos! Adresez un salut cordial credincioşilor de limba română, mai ales celor de la Oradea! Vă primesc cu bucurie şi vă doresc ca pelerinajul vostru să aducă roade bune pentru voi şi comunităţile voastre. Vă binecuvântez din toată inima!

Traduzione italiana:

Sia lodato Gesù Cristo! Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua rumena, specialmente a quelli provenienti da Oradea. Vi accolgo volentieri ed auspico che il vostro pellegrinaggio apporti frutti di bene a voi ed alle vostre comunità. Di cuore vi benedico!

* * *

Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana. Grazie per il vostro affetto e amore. Grazie! Cari amici, grazie per questi otto anni tra di voi e vi ringrazio per la vostra partecipazione così numerosa a questo incontro, come pure per il vostro affetto e per la gioia della vostra fede. Sono sentimenti che ricambio cordialmente, assicurando la mia preghiera per voi qui presenti, per le vostre famiglie, per le persone a voi care, per la cara Italia e Roma.

Il mio pensiero si rivolge, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Il Signore riempia del suo amore il cuore di ciascuno di voi, cari giovani, perché siate pronti a seguirlo con entusiasmo; sostenga voi, cari malati, perché accettiate con serenità il peso della sofferenza; e guidi voi, cari sposi novelli, perché facciate crescere le vostre famiglie nella santità.